lunedì 4 luglio 2016

Giorgio De Chirico Pittore Opere


Francesco Rositani - Pittore – Opere – Quadri – Quotazioni – Michele Maioli – Mario Mafai – Giorgio Morandi – Amedeo Modigliani – Marc Chagall - Casa Museo – Francesco – Cristina
Il Guanto Rosso "F"
Casa Museo Francesco Cristina

Giorgio De Chirico (1888-1978) nasce in Grecia da genitori italiani. 
Nel 1906 si trasferisce a studiare in Germania a Monaco, dove viene a contatto con la cultura tedesca più viva del momento. 
Si interessa alla filosofia di Nietzsche, Schopenhauer e Weininger ed è molto colpito dalla pittura simbolista e decadente di Arnold Böcklin e Max Klinger. 
Nel 1910 si trasferisce a Parigi dove diventa amico dei poeti Valery e Apollinaire, ma rimane estraneo al cubismo che, in quegli anni grazie a Picasso, rappresentava la grossa novità artistica parigina.
Egli rimane comunque sempre estraneo alle avanguardie, verso le quali manifesta spesso atteggiamenti polemici. 
In quegli anni dipinge molti dei suoi quadri più celebri che vanno sotto il nome di «Piazze d’Italia». Si tratta di immagini di quinte architettoniche che definiscono spazi vuoti e silenziosi. Vi è la presenza di qualche statua e in lontananza si vedono treni che passano. L’atmosfera magica di queste immagini le fa sembrare visioni oniriche.
Nel 1916, all’ospedale militare di Ferrara, De Chirico incontra Carrà, ed insieme elaborarono la teoria della pittura metafisica. Il termine metafisica nasce come allusione ad una realtà diversa che va oltre ciò che vediamo allorché gli oggetti o gli spazi, che conosciamo dalla nostra esperienza, sembrano rivelare un nuovo aspetto che ci sorprende. E così le cose che conosciamo prendono l’aspetto di enigmi, di misteri, di segreti inspiegabili.
In questo periodo, oltre agli spazi architettonici, entrano nei soggetti dechirichiani anche i manichini. Questa forma umana, pur non essendo umana, si presta egregiamente a quell’assenza di vita che caratterizza la pittura metafisica. Anzi, per certi versi la esalta, data la visibile contraddizione tra ciò che sembra umano ma non lo è.
Dal 1918 al 1922 partecipa attivamente alla vita di «Valori Plastici», mentre nel 1924 torna a Parigi dove frequenta il gruppo dei Surrealisti. Benché i surrealisti riconoscono in De Chirico un loro precursore, il pittore italiano non accettò mai di integrarsi nella loro poetica o nel loro stile. A lui era estranea soprattutto quella accentuazione della dimensione onirica, fatta di automatismi inconsci.
In seguito la sua pittura si rivolse sempre più ad una classicità di tipo archeologico, dove il ricorso alle mitologie venne sempre interpretata in chiave metafisica, che rimase comunque il suo principale amore. E alla pittura metafisica fece costantemente ritorno anche negli anni successivi, fino a quando muore a Roma nel 1978, all’età di novanta anni.

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